
I rumori del mercato arrivano da dietro la tenda. Distinguo le urla dei venditori e le frenate delle auto. Bizzarro, come lo è verso nord, il tempo belga si diverte a illudere di sole il popolo fedele della Batte per poi assestargli un letale scroscio di pioggia. Nessuno però sembra fare il sorpreso. Di questo è fatto questo tempo,
il nostro tempo del cazzo, e a noi cresciuti sotto un cielo grigio e umido per 250 giorni all’anno non ci resta fare spallucce.
Chissenefrega delle nostre infinite domeniche rovinate e delle nostre bronchiti croniche, sono i nostri cromosomi che hanno scelto di vivere qui, in questo angolo di tristezza ben pagata. La sofferenza degli stranieri emigrati dal sud ci è ben chiara e ci dà una certa soddisfazione: questi volti scuri e avulsi non vengano a chiederci nulla sulla nostra essenza, tanto non potremmo che ribadire: la risposta è nel tempo.
8 magg 2005
1 Comments:
Saggiamente piemontesi, forgiati in temperature tardoautunnali. Freddi a volte, timidi perlopiù (l'apoteosi del "non mi incalo"), ma comodi da snocciolare poco alla volta.
Mi piace, è tutto descritto così bene in una manciata di righe.
Arrileggerci.
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