in every desert I came
(Foto di Raded Skrivanek presa da Photolucida.org)
Visto dall'alto il mare d'Aral era un cuore d'acqua piantato nel deserto sovietico. Ora però è quasi morto e io ne amo la parte definitivamente scomparsa. Centinaia di chilometri dove le onde brevi del lago si ritirarono lasciando sfitti i fondali e la loro vegetazione. Un deserto al posto del mare. Colpa forse della Nep, a fine anni '50 a Mosca decisero che il cotone rosso avrebbe soppiantato quello americano. Così l'acqua dei suoi affluenti fu deviata per irrigare le coltivazioni e l'Aral cominciò a prosciugarsi. A Muynaq, città portuale e balneare, videro il loro mare ritirarsi al ritmo anche di 20 metri al giorno. Quando la linea dell'orizzonte era ormai immobile, Siebel_boy credeva di vedere ancora acqua, ma era solo il riflesso del sole che si rotolava sulla sabbia arroventata. Siebel_boy aveva un sempre brivido quando provava a immaginarsi il rumore che facevano le barche abbandonate nell'esatto momento in cui l'acqua scompariva per sempre da sotto lo scafo e il metallo enorme toccava per la prima volta il fondo.
Etichette: luoghi, mare d'aral
1 Comments:
Le persone che non capiscono che la soluzione è dietro di loro non possono che essere accecati dai misteri che hanno di fronte.
[Da un tovagliolino di carta stracciato e buttato in un cestino di carta nell'ufficio al quarto piano del palazzo di cemento e smog]
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