
Mi piacciono perché sono
polarizzanti. Il mare, cioè l’oceano Atlantico nei pressi di La Rochelle in Francia, il deserto del Sinai vicino alla costa del mar Rosso, o quello dell’Arabia Saudita ai confini con gli Emirati Arabi, denso di stabilimenti petroliferi come si vede grazie a
Google Earth. E poi la summa perfetta e straziante delle due cose: il mare d’Aral. Un mare interno, al confine tra Kazakistan e Uzbekistan, che va prosciugandosi senza via di ritorno lasciando al suo posto il deserto… muore il mare d’Aral e mi fa stare male la sua agonia, ma del resto se non ci fosse stata questa agonia, questo brutale passaggio da mare a deserto, non me ne sarei mai innamorato.
Etichette: luoghi, mare d'aral
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NOMI E LUOGHI (in ordine intra/extradiegetico): 1. Joshua, Furio; 2.Fra; 3.Diario, aspirazione a vivere
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