ste||arium

8.3.06

Lapo Marochetti

Gilberte Brassai, Parigi (1933)

Sei un eroe. La tua vita è un esempio per gli altri. Finalmente muori e lasci in mani fidate il compito di tramandare la tua lezione ai posteri. Ahhh ssssììììì, l’immortalità. Mettiamo che ti chiami Carlo Marochetti, scultore (1805-1867), sessantadue anni di vita piena di cose belle e pompose. Di pietre e bronzo innanzitutto, poi di donne e riconoscimenti; è ancora lì in piazza San Carlo il tuo Emanuele Filiberto a cavallo. Sei un maestro dell'arte. Torino riconoscente si fa carico di chi perora la tua causa e ti dedica una via. Via Marochetti. Una via con delle case, anzi dei palazzi, ciascuno con un numero. Per esempio il 21. Bravo Marochetti, ce l’hai fatta, sei arrivato. E invece no. Tu sei morto e in serenità ti sei decomposto, ma anno dopo anno la tua via si riempie di lucciole. A Torino “Marochetti” diventa un passaparola per chi è alla ricerca di sesso coi trans. E una notte Lapo Elkann decide di mettere fine alla sua brillante carriera di predestinato in modo poco conveniente facendosi beccare in overdose in compagnia di alcuni trans proprio al 21 di via Marochetti. Caro Carlo mi spiace, sei finito. La fama di Lapo, per evidenti motivi di contiguità storica, è infinitamente superiore alla tua. Via Marochetti viene così ingoiata nel vortice “lapico” e diventa parte di una vicenda grottesca che fa il giro del mondo. Caro Carlo, troppo tardi hai saputo: l’immortalità è una bella fregatura e il tuo nome non ti apparterrà mai più.

2 Comments:

At 3/09/2006 03:01:00 PM, Anonymous Anonimo said...

Ho comprato anche il secondo disco degli Spain.

 
At 3/09/2006 03:01:00 PM, Anonymous Anonimo said...

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