ste||arium

26.2.06

Camera toss

12 giugno 2004

Ho dato un’occhiata a “Famiglia Cristiana” (n. 8 - 2006). La stavo sfogliando così tanto per fare quando, a pag. 116, un trafiletto mi ha colpito al cuore: «Quelle strane immagini al volo. Si chiama Camera toss l’ultima frontiera della fotografia digitale. È sufficiente impostare un’esposizione lunga e poi lanciare in aria la fotocamera; i risultati sono sbalorditivi (ma drammatici, se non riuscite ad afferrarla al volo!). Informazioni sul blog http://cameratoss.blogspot.com». Era l’aprile del 2003 quando con la mia camera Sony mi trovai a varcare involontariamente quell’«ultima frontiera della fotografia digitale». Ero con gli amici lungo i docks di Dublino quando mi venne in mente di impostare l’esposizione notturna sulla mia macchina fotografica, di inserire l’autoscatto e di arrotolare il cordino su se stesso. Una volta caricatolo come una molla, lasciai andare il cordino e nel mezzo della rotazione cinetica venne scattata una foto che mi colpì subito per la sua particolarità: ogni tratto del paesaggio era ritratto non come un punto isolato, ma come una linea continua che mi ricordava l’idea bergsoniana della durata. Non seppi che nome dare a questo procedimento, lo definii per ridere il metodo Pietro Ivaldi. Ma ora è spuntato Ryan Gallagher (Austin, Texas, Usa) inventore del metodo Camera toss che in America e nel mondo sta avendo un certo successo. Di lui ne parlano Washington Post e Der Spiegel. In una recente intervista Gallagher ha dichiarato: «I believe I shot the first one on Aug. 20th 2005».

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