Viola, Sola e la Renault 4
A tre anni i concetti non li conosci ancora. Non ti verrebbe mai in mente che la strada percorsa in auto con pa’ e ma’ è una linea che mette in comunicazione due punti, per te può essere un sentimento-vibrazione, oppure se c'è il sole, quella strada è il sole. La Renault 4 tutta molleggiata innanzitutto non è una macchina, per te è quel cambio a 4 marce strano (what?!) all’altezza dell’autoradio che sembra proprio contento di abitare dentro una sottile scatola blu di Prussia, la R4 appunto. Ah, sei pure analfabeta, è vero, non sai reggere nemmeno una biro… quindi non puoi ingannare il tempo pensando alle pagine dei libri e neanche ai disegni con la prospettiva, magari pensi a qualcosa di visto in televisione ma in realtà quella non ti piace perché è in bianco e nero. Che palle la noia a tre anni. Dall’autoradio (ma cos’è?) esce la musica che viene spinta dentro da pa’ sotto forma di cassette di plastica grigie. Certo non puoi sapere cosa sia la musica, non immagini che dentro quegli affari grigi ci siano onde sonore o parole o rime in inglese. Le canzoni, loro, sono le uniche che ti piacciono perché quando le ascolti pensi che siano dei colori, colori bellissimi (es. blu scuro+arancio+erba verde odorosa, azzurro Regata Fiat metallizzata, bianco Alpi di mattina col sole). E poi ce n’è una che ha un colore più bello degli altri e per questo tu la ami, però a tre anni che cos’è una canzone? Ignori che la canzone sia cantata da qualcuno e che questo qualcuno abbia un nome; davvero la canzone ha anche un titolo? Potevate dirmelo prima… così te la lasci sfuggire, vola via dal finestrino della R4 e si schianta giù per i tornanti della provincia di Cuneo. Adios, morta e sotterrata. E invece no: vent’anni dopo rincaso giusto in tempo per una sessione straordinaria di zapping da seconda serata. Politica, Report, scopano, Mtv, scopano, Mtv, revival anni ’80 su Rete 4, Rete 4... R4… è lei! La canzone che mi era volata via dal finestrino della Renault 4 è rientrata da un altro finestrino, in un’altra R4. E a cantarla c’è una donna che ha un nome e le ha dato pure un titolo: Viola Valentino (!), Sola. Vabbè, il finale della storia non è proprio entusiasmante, ma potrebbe contenere una rivelazione: forse, inconsapevolmente, ho sempre ascoltato musica con l’unico intento di ritrovare quella canzone-colore. Ora, alla luce (colorata e discutibile) di Sola, che senso ha continuare a fare il fighetto radical-chic che si scassa le orecchie con i Captain Beefheart?
4 Comments:
Scassarsi le orecchie con gli Hekate e divenire per un attimo abitante di Joshburg, immaginario paese di 39 abitanti in mezzo alla foresta di Nottingham (altro che Robin Hood), che cammina in mezzo agl alberi munito di arco e freccia per cacciare un cervo da mangiare.
Immaginare è colorare con gli occhi tenendo ferme le mani sotto il cranio. Guardare l'azzurro del cielo divenire la seconda parte del grigio cittadino, e viceversa la terza parte del bianco delle montagne.
Tutto per una canzone? No, non credo.
Sola-Viola-R4 è solo una mina in un portamine che vive nei nostri occhi. C'è chi preferisce il ricordo di un nastro magnetico un pò all'antica, e chi colora da casa sua, con un cd folk comprato nel 2000, uscendo dalla lezione di Economia Politica.
Gli Hekate, appunto.
Per prima cosa, questo post è stupendo...Grazie per gli auguri, ma purtroppo come hai detto, l'editoria è un campo molto complicato, soprattutto quando hai 20 anni appena compiuti e tutti i tuoi colleghi ne hanno minimo 20 più di te...Però ti dirò, fino ad ora sono stato trattato molto bene, adesso spero solo in una buona critica. Tanti saluti e ancora grazie.
Francesco
fra:
i colori, come dici tu, dormono nella nostra testa e in effetti non vengono svegliati solo dalle canzoni.
ci sono tanti altri stimoli che li colpiscono, ma crescendo capita sempre meno.
succede pure che certe tinte sbiadiscano. nel mio caso, la musica ascoltata per caso (quella senza parole, senza volto) rimane forse il solo modo per riavere quei colori.
francesco:
ti ringrazio, quello "stupendo" dimostra che sei infinitamente buono d'animo.
venendo al tuo libro, l'editoria è un mondo fatto di poche vette e di tanti tanti abissi, che però sono in alcuni casi sono meravigliosi almeno quanto le vette... credo che tu abbia dimostrato di amarli, gli abissi: se un giorno, commosso, li saluterai per salire oltre, sarà anche grazie a questo.
Stupendo perchè ti assicuro che pochi sanno raccontare una loro emozione-ricordo riuscendoti a coinvolgere, cosa che tu sei riuscito a fare attraverso la tua autoradio ricordata.
un saluto dall'abisso.
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