gendarmerie
- Monsieur, ehm…, La Rochelle ?
- Sono io.
- Ci segua.
Arrestato per appropriazione indebita di luogo geografico.
Sarò sincero. La Rochelle è un nome che mi piace molto, non l’ho scelto d’istinto ma non era niente di premeditato.
Mi annoiavo, alla tv francese davano un concerto di Cali, si suonava di pomeriggio, c’era una luce stupenda, marittima; rimasi ipnotizzato dall’atmosfera che si era creata tra palco e spettatori. Titoli di coda e lacrime stavano scorrendo quando in mezzo alla cascata di lettere bianche vidi la causa di quel sommovimento: “si ringrazia il comune di La Rochelle che ha ospitato l’evento”. Il colpo di fulmine si perfezionò su una cartina della Francia dove individuai la città sfiorata da quel sole arancio che mi aveva fatto piangere: i miei occhi si posarono sulla rappresentazione topografica del porto merci di La Pallice, presso La Rochelle. Il cuore batteva meravigliosamente forte.
Dall’esperienza, giorni appresso, nacque una canzone ambientata nelle acque blu di quel porto: una canzone liquida e fluttuante in cui mi identifico, si intitola: “La Rochelle”…
No, non ci sono mai andato a La Rochelle, città della Charente-Maritime, a metà strada tra Parigi e la Spagna, sulla costa atlantica. Spesso però provo a immaginarla: il riflesso dei suoi palazzi sul mare calmo, il colore del cielo, le ragazze in bikini sulla spiaggia.
La Rochelle, ti amo di un amore geografico.
- Monsieur…
- Che c’è ora?
- Vada, con lei abbiamo perso fin troppo tempo.
- Sono libero?
- Libero. Ma si faccia vedere da uno psichiatra…